Titolo: King of blues
Autore: xfaddicted07
Rating:per tutti
Genere:case file, 5 Season,1998.
Fandom di appartenenza: X Files.
Sitografia: http://www.deltahaze.com/johnson/
http://www.ondarock.it/songwriter/robertjohnson.htm
Note:un devoto omaggio a Oscar Wilde
Winner prize:miglior storia e miglior titolo nell’ 8° ff contest del Freefans Forum
http://www.freefans.net/forum/index.php?act=idxAutore: xfaddicted07
Rating:per tutti
Genere:case file, 5 Season,1998.
Fandom di appartenenza: X Files.
Sitografia: http://www.deltahaze.com/johnson/
http://www.ondarock.it/songwriter/robertjohnson.htm
Note:un devoto omaggio a Oscar Wilde
Winner prize:miglior storia e miglior titolo nell’ 8° ff contest del Freefans Forum
Novembre 2008
03/01/1998
State Hospital
Austin,Texas
09:05 p.m.
State Hospital
Austin,Texas
09:05 p.m.
Nella sala di rianimazione intensiva si fermano tutte le spie degli apparecchi,lasciano nel silenzio la stanza,le lenzuola sollevate fin sulla testa su una forma umana , ormai.
Il rilevatore del battito cardiaco è in linea fissa.
‘Theodore Correy,età 21 ’,riporta la targhetta sotto il monitor.
Un infermiere di colore spegne gli apparecchi, e solleva dal fondo del letto la cartella,soffermandosi a considerare la patologia che ha portato al decesso del paziente.
Quando esce dalla stanza buia ormai, ha la sensazione di ascoltare un motivo blues,ma scuote la testa e si avvia lentamente verso i parenti in attesa nella piccola saletta in fondo al corridoio.
03/06/00
Austin ,State University
Mulder cammina velocemente lungo il viale principale,dirigendosi verso Scully,che lo aspetta davanti l’edificio della Presidenza.
Sono trascorse poche ore da quando hanno ricevuto l’ordine di occuparsi della morte di Ted Correy.
Si sono interrogati durante il volo di arrivo sul vero motivo della loro nuova assegnazione.
Mulder sa che non basterà guardarla negli occhi per continuare con tutto.
-Allora?-gli chiede lei, precedendolo verso l’auto parcheggiata poco distante.Gli dà la schiena,sicura di sé,indipendente da lui.
A volte questo gli fa male al cuore.
Vecchi retaggi maschilisti forse,ancora mal sopiti,cui non è bastato constatare come lei sia una donna profondamente indipendente.
-Oltre a Correy,un anno fa, un altro studente,Andrew Aleen, è morto per una rara malattia.Ma il suo decesso sembra non aver destato molti sospetti,allora.Sono trascorsi mesi e ci piantano qui ,ora,a non fare nulla?Come possono pensare si tratti di omicidi?-Mulder stringe gli occhi,il sole di marzo in Texas è forte.
Inforca gli occhiali da sole e si guarda intorno,scettico e stanco.
-Secondo te che correlazione hanno le due morti?-continua Scully,ignorando il tono polemico del collega,che spesso le procura una rabbia nascosta, mentre si sistemano nell’abitacolo della Ford blu a noleggio.
L’odore di chiuso dell’abitacolo la fa fremere ed accetta un brivido passeggero.
C’è contrasto con l’aria frizzante dell’esterno,sono solo in primavera,ma lei ha percepito l’odore dell’estate,nell’aria del sud,o almeno così spera.
Mulder si passa la mano tra i capelli, annoiato.
-Se soltanto non ci avessero dato questo incarico…Sono stanco Scully, di venir convocato soltanto se …-e si perde nelle parole , pensando ad altro.
Forzandosi a considerare soltanto a come sarebbe felice se potesse…
Scully si volta a guardarlo,poggiato con i gomiti sul volante.
-Sai che il Vicedirettore Correy ha espressamente richiesto noi a Skinner per la morte di suo figlio.E’ stato lui il primo a parlare di omicidi seriali e carichi di mistero tra gli studenti dell’univerità dello stato.-Scully sente caldo,pensa che starebbero bene fuori di lì,magari a bere qualcosa insieme.
Continuando a parlare del caso ,certo,il dovere soprattutto.
Ma per tenere il collega più calmo,rilassato.
Lavorerebbero meglio,anche se sa che si stà mentendo:Mulder dà il meglio di sé quando è sotto pressione,gliene serve molta per lavorare bene.
-Non è bastato il referto dell’ospedale a fugare i suoi dubbi?Perchè parlare di omicidio?Su quale sospetto basarsi?Non abbiamo nulla Scully,nulla.Sappiamo semplicemente che uno di loro frequentava legge e l’altro economia ,ed il Vicedirettore avrebbe fatto bene a arrendersi all’idea devastante di aver perso suo figlio per cause naturali.E non indugiare ,cercando strane connessioni,bizzarri accostamenti tra i due decessi.Tanto poi per venire a richiederci PERSONALMENTE per un caso che non esiste.E lo sai anche tu.-il suo tono è aggressivo, volutamente.
-Mulder,ho letto in aereo le cartelle cliniche di Correy jr.Non è naturale morire del morbo di Huntington a 20 anni.Si, è una malattia genetica, ma il suo insorgere compare dai 35 anni in poi.Forse hanno ritenuto che …-la interrompe ,repentino e fugace,lei non ne rimane colpita,lo conosce,taglia sempre per la strada impervia.
-Torniamo all’ospedale,così ci daranno anche la cartella clinica di Aleen, poi ci cercheremo un motel. – tronca lui,mentre mette in moto e si allontanano dal campus, in silenzio.
Il mattino seguente
Al campus
Mulder si dondola sui talloni ,mani in tasca,in attesa di avere il permesso che Scully stà formalizzando su carta dalla Segreteria Studenti.
Si guarda intorno,è una giornata fosca,ma le studentesse non sembrano accorgersene,almeno quelle tre che ridacchiano accanto al cespuglio,guardandolo.
Mulder ripensa a Oxford.
Si sente come se galleggiasse nel vuoto spinto,ancora senza risposte,con troppe domande taciute o urlate,poco importa al mondo in cui cerca di sopravvivere.
Il bianco grigiastro dei tetti in marmo degli edifici non è ancora in risalto come lo sarà d’estate , ricordando il grigio scuro del cielo inglese.
Le piante rigogliose nei viali,lo spingono a immaginare che presto arriverà un’altra estate.
A Martha’s Vineyards il mare d’estate ha un colore turchese.
Profondamente turchese,talmente limpido che si fa fatica a resistere nell’ ammirarlo.
Di quel azzurro che non vorresti mai che finisse,soprattutto nel buio della notte.
E quando Samantha sparì,quel colore cambiò,tutto divenne più trascurabile,meno intenso,più tedioso.
Scully scende lentamente le scale,senza rivolgergli lo sguardo, mentre lui si prende il lusso di fissarla.
Lei si porta dietro l’orecchio una ciocca di capelli rossi,lo fa spesso.
Adora covarla con gli occhi, semplicemente perché lo fa sentire calmo.
Cerca di non sorriderle però.
Sono lì per una indagine.
Su un caso inesistente,ovvio.
Appena lei lo raggiunge ,gli sventola sotto il naso il permesso,doppiandolo.
-Stanza 3, al terzo piano e… Stanza 5, secondo piano ,edificio ‘B’.
Aleen e Correy abitavano lì.- sembra soddisfatta ,come appagata dal fatto di aver compiuto il proprio dovere;egli invece si sente come se gli avessero ancora scippato via una buona occasione per non essere lì.
Quando raggiungono la hall dell’edificio B,sono accolti da un sommesso chiacchiericcio,nella cittadina universitaria si è subitamente sparsa la notizia su chi siano e cosa cercano lì.
Facile immaginare come sia stata recepita e ancora non digerita.
L’ampia entrata dell’edificio B è piena di studenti,e a sinistra del salone,una scrivania accanto le scale.
Mulder mostra il tesserino al ragazzo seduto oltre il tavolo basso,mentre Scully alza il permesso ottenuto poco prima.
Questi, chino su un testo di fisica,li apostrofa,alzando la testa riccioluta.
-FBI,wow!Attenti alle tasche!-urla quasi e solleva entrambe le sopracciglia,prendendo atto dei documenti,facendo ridacchiare gli altri, sparsi in gruppetti lontani.
Molti tra loro si voltano a fissarli ,come fossero spie naziste.
-Wow,-ripete sarcastico Mulder a bassa voce,piegandosi su Scully,-adoro questi sguardi diffidenti.Andiamo Scully.-
Poco dopo le nocche di Scully battono una sola volta sotto il n.3, su di una porta in legno chiaro.
Apre loro un ragazzo alto,biondo,con gli occhiali sulla fronte che le sorride istantaneamente.
-Si è avverato il mio sogno!Rossa, sei qui per me?-e solleva entrambe le sopraciglia facendosi cadere gli occhiali sul naso con un ‘ouch’,passandosi poi la mano sul viso.
-Sono un agente federale,dobbiamo perquisire la stanza.-lei con il tono secco di un generale in rivista alla bassa truppa.
-Oh,-esclama il biondo,-siete qui per quello che è successo a Ted,vero?Sono rimasto sconvolto…-il suo tono è sincero,quando si sposta per farli accedere .
Loro entrano,colpiti dall’odore di sporco e di chiuso nella stanza,senza notare ,almeno ad alta voce, un altro tipo di odore.
-E tu sei?-domanda Mulder, senza nemmeno guardarlo,cominciando a frugare un po’ in giro nella libreria bassa presente nella stanza.
-Sono Brian,Brian Moore,il suo compagno di stanza…- sospira questi,sedendosi per terra,tra libri aperti e il portatile acceso,abbassando appena il volume della musica che stava ascoltando.
-Eravate anche amici?Sono qui le sue cose?- domanda Scully,andando verso un armadio a muro a malepena con le ante chiuse,come fosse esploso.
Brian annuisce ,poi scuote la testa.
-Amici?Bhè,si,credo di si…-dal tono si direbbe che stà per piangere,ma invece si trattiene.
I due agenti si scambiano uno sguardo lungo, adeguato al momento.
Mulder continua.
-Puoi parlarci di lui?-
Brian giocherella con i suoi occhiali.
-Ted..Bhè ci siamo divertiti,almeno il primo anno,ma poi è diventato strano,con me …-sospira e riprende ,non guardando mai né Mulder né Scully.
-Aveva iniziato a prendere lezioni di chitarra,voleva entrare nella banda studentesca,per un po’ non passammo più serate insieme a bere e a …Ecco si insommma…-si imbarazza,tanto da alzarsi ,per rimanere in piedi ,aspettandosi altro da loro.
-Questa sua passione ti stupì?-Scully pone questa domanda perché coglie in Brian una sorta di incredulità accennata appena dalla sua voce malferma.
-Affatto,chiunque può avere un hobby…Lei non farà solo l’agente federale,no?-chiede ,rivolgendosi a Mulder,che scaccia dalla sua mente i PROPRI interessi del periodo universitario.
E non solo di allora.
-Eppure ,poco prima che finisse così…Mi confidò che…Di udire sempre la stessa canzone…-Brian sospira di nuovo.
-Che significa ‘sempre’?Era un componimento musicale su cui doveva esercitarsi ?O la sua canzone preferita?-Scully si volta, fissando Mulder che cercava prima ,chino su uno scatolone ,tra le cose personali di Ted,e che ora l’ha raggiunta,affiancandola ed incrociando le braccia, anche lui sul petto.
-Si,non lo so,io non ..Non suonava mai in camera,non faceva esercizi qui.Si può dire che non l’abbia sentito suonare nulla.Però…-
-Che stai cercando di dirci Brian?-domanda Mulder con voce incolore,osservando oltre la finestra quanto piccolo possa sembrare ora il viale alberato.
Gruppi di studenti si affrettano sul marciapiede.
Qualcuno saluta,altri scappano via.
-Ted…Mi diceva ,prima di ammalarsi… aveva nel cervello,come conficcata una sorta di ballata,lui non sapeva spiegarmi come!Insomma,da qualche giorno , non faceva che chiedermi se la sentissi anche io.Ma che potevo sentire io??Il blues non fa per me…-conclude Brian,mentre si avvicina alla finestra.
-Voleva che ascoltassi con lui un pezzo blues,-incalza Mulder sedendosi su uno dei due letti sfatti,-Non potresti provare a farci capire quale?-
-No,no amico,non che la ascoltassi con lui…Lui non ce l’aveva su un cd…Diceva che la sentiva in testa.SOLO in testa!Perchè io non la sentivo!-il ragazzo ora sembra veramente sconvolto a Mulder.
Scully è più fredda nelle proprie reazioni.
La luce che filtra dalla veneziana riesce comunque a mostrare ai due agenti un ragazzo spaventato.
-Nella testa?-incalza lei,portandosi verso Brian e mollando il contenuto del cassetto centrale della piccola scrivania.
Si appoggia quasi sedendosi là e si allaccia le dita, sul grembo in attesa.
-Sissignora,-Brian ingoia e continua,-era diventato pazzo,pensava che tutti potessero sentire quella musica, ma in realtà l’udiva soltanto lui.Una sera,due giorni prima che lo portassero in ospedale, mi disse:”Brian ,mi stà succedendo qualcosa,digli di smettere,falla finire”.Ma era notte,qui soltanto in cuffia possiamo ascoltare musica dopo le 11.Cercai di calmarlo,spiegandogli che si sbagliava e che io non sentivo nulla.Ma lui si agitava,era come se sentisse solo quella maledetta ballata…In continuazione,solo quella…-
Respira a fatica,ha parlato concitatamente,senza troppe pause.
-Ti ha mai spiegato che motivo fosse?Il titolo, intendo.-domanda Mulder interessato,piegato verso di lui,che si è risieduto sul pavimento,mani incrociate e braccia appoggiate alle ginocchia.
Brian lo fissa per un po’,poi abbassa la testa,tormentandosi l’orlo sfilacciato del jeans.
-No.-
Stanza 5
Poco dopo
-Le cose che appartenevano a Aleen sono state portate in lavanderia,lì c’è un magazzino,la porta è sempre aperta…-li informa Dorrey ,il compagno di stanza di Andrew, profilo perfetto,capelli castani quasi sulle spalle,occhi bruni e profondi.
Non li ha fatti entrare,considera Scully.
Mentre prendono le scale,Mulder la sfiora tra le spalle.
-Che ne pensi ?Ascoltare musica di qualità è uno dei sintomi del morbo di Huntington?-e le sorride.
-Mulder…Non credo davvero che c’entri la musica …Alcune droghe danno allucinazioni sonore.Cercherò di scovare nelle analisi autoptiche elementi più specifici .Ora cerchiamo il materiale di Aleen.-
Nel seminterrato dell’edifico B giungono alla lavanderia,poi allo sgabuzzino e infine ,sull’ultimo scaffale lì dentro, una scatola, un etichetta, scritta a mano ‘A.A’.
Super 8 Motel
Austin
La sera è scesa veloce,i due agenti sono insieme ,nella stanza di lui,e stanno revisionando tutto il materiale rinvenuto riguardante gli studenti deceduti.
Seduti lui sul tappeto e lei alla scrivania.
Scully ,per un attimo, è tentata di mollare tutto per un bagno caldo ,ma poi si rende conto che forse non è il momento.
Mulder stà leggendo il rapporto sull’autopsia di Correy jr,e quando egli si morde il labbro inferiore stà per metterla a parte di un grande segreto.
Scully non si accorge di fissarlo, quando egli solleva il viso verso di lei ,le abbozza un sorriso ,improvviso e dolce.
-Secondo te, sono quindi da escludere droghe allucinogene.Il morbo che ha ucciso Ted poteva avere radice ereditaria,MA né suo padre nè suo nonno…-egli si sporge verso il letto e solleva un fax mal stampato,- O altri nella loro famiglia, ne hanno mai sofferto.Quindi escludiamo ANCHE l’ereditarietà.Hai trovato la causa di morte di Aleen ,piuttosto?-
Il suo tono le appare deciso,mentre cerca quanto lui gli ha chiesto tra le carte.
-Si,Aleen è morto di tumore al fegato…Ma a 19 anni è difficile avere un fegato come il suo,o un cervello ridotto a brandelli come accaduto per Corey jr.Mulder?-
Il mmmm di Mulder le arriva dalla finestra,dove lui si è spostato,stirandosi le braccia sulla testa.
-Soggetti giovani morti per malattie senili…Forse è questo l’X file?-
-Non credo,-le risponde lui,voltandosi e stendendosi sul letto,sfilando le scarpe,reciprocamente, con i soli piedi.
-Può accadere che malattie particolari,legate ad un periodo della vita possano comparire in età non sospette?-le domanda,appoggiandosi con la schiena sulla testiera del letto singolo.
-Ma si ,ovviamente.Ma non nella maniera repentina in cui hanno distrutto le loro vite.Tra l’insorgere delle malattie e la loro morte è passato poco tempo,mentre l’esame degli organi interessati ha portato a definire che è come se le patologie fossero presenti da lungo tempo.Il chè è impossibile,visto che mai prima le vittime si erano lamentate o avevano accusato problemi di salute o avevano avuto atteggiamenti pericolosi nel comportamento alimentare o altro.Le loro cartelle cliniche precedenti pochi mesi la morte sono impeccabili,non soffrivano di nulla.-gli risponde lei,tornata a leggere i files.
-E se ti dicessi che questa sintomatologia, prima che venisse descritta nel 1872 da George Huntington, veniva attribuita ad eventi soprannaturali e stregoneria e che le persone affette furono spesso perseguitate e giustiziate?-a questo,Scully alza la testa e lo guarda come un barboncino nano tinto di rosa che maleducatamente stà facendo pipì sul letto ordinato del Presidente.
Almeno lui ha questa sensazione.
Lei si alza e comincia a radunare giacca,laptop e cappotto.
-Dove vai ora?-le chiede Mulder sospettoso,si domanda in sé se sia andato oltre ,di nuovo,come sempre con lei.
-Vado a fare un bagno ,sono in piedi da più di venti ore e sono stanca.
Ci vediamo domani.E così mi dirai meglio delle streghe.-il suo tono è scherzoso o Mulder si sbaglia?
-Domani?Non vuoi mangiare qualcosa?-Mulder si solleva seduto e la scruta speranzoso.
-Va bene,tra un ‘ora usciamo e andiamo a mangiare.-è sempre accondiscendente con lui ,ma spessp le sembra di essere debole.
-Tu fai con calma,penso io a prendere qualcosa,un take-away ,cinese,lo porto da te?Domani…Al campus,voglio perquisire le stanze dei ragazzi morti.O dei loro coinquilini,se il governo vuol che rimaniamo qui,almeno qualche confort ce lo meritiamo.-fa, mentre si reinfila le scarpe.
-Italiano sarebbe meglio…Cosa speri di trovare nelle loro stanze?-gli risponde lei,lasciandolo rivestire,senza neppure attendersi una risposta concreta.
Dopo cena
-Bingo!-esclama Mulder sollevando un quaderno dalla copertina nera.
Scully ,che stà digitando un primo abbozzo di rapporto sul laptop ,di rimando lo gratifica sollevando un sopracciglio e continuando.
-Guarda qui,Scully.E’ il diario di Andrew,parla in terza persona.
In data 10 ottobre scrive:’Non ne poteva più! Odiava quel motivo gracchiante,,avrebbe voluto fargli ingoiare il maledetto vinile di Johnson! Era sicuro che quella musica provenisse direttamente dall’inferno’,questo lo sottolinea tre volte!-
-E allora?Non tutti sono ammiratori di… Johnson hai detto?Intendeva Robert Johnson?Piuttosto,ricordi il file Eve,il morbo di Hutchinson-Gilford ?Ti confermo che l’invecchiamento è totale per tutto il corpo,e non come Ted e Aleen, soltanto per un organo specifico… Ma questa non è scienza,è follia.-
-Follia?Caso mai magia.Uno sciamano può indurre una malattia in un corpo sanissimo soltanto cadenzando una litania…In alcuni riti antichi la musica ripetuta ad una precisa cadenza porta ad uno stato di trance o ipnosi.-
-Si certo,scientificamente esiste la musica terapia,che riattiva onde cerebrali nelle persone in coma,facendole risvegliare.MA stai per caso insinuando che il bluseman , morto nel 1938 ,fosse uno sciamano? -
- Brian non ha parlato di Johnson,sembra che non conosca cosa ossessionasse il cervello di Ted.Andrew invece ci dà un elemento importante...Sembra che lui abbia subìto l’ascolto di esecuzioni di Robert Johnson ,che non le avesse scelte…Forse il suo ex compagno di stanza potrà spiegarci a cosa si riferisse nel diario.-
-Ma la musica incisa dall’autore di ‘Sweet home Chicago”, non può portare al decadimento cerebrale o epatico,Mulder questo non è plausibile scientificamente!-
-Si,d’accordo, ma la musica stessa non è forse incanto?Tu stessa avrai una canzone preferita ,che quando ascolti ti regala una sensazione particolare, no?-
-Si,certo:’Trust’ dei Megadeath…Se dovessi scegliere…-lei si sente morbida, può anche confessare una debolezza.
-Scully?!-Mulder si finge stupito,ma sa bene quanto lei possa sorpenderlo sempre.
-Cosa?E’ la mia preferita!Conosci il testo?-gli chiede distratta lei,tornando a digitare.
Egli lo conosce, i versi che gli vengono in mente unendo l’immagine della propria collega con la canzone del gruppo metal sono soltanto questi:
Tears filled my eyesAs we said our last goodbyesThis sad scene replaysOf you walking away
My body aches from mistakesBetrayed by lustWe lied to each other so muchThat in nothing we trust
Poi lei torna a fissarlo,accorgendosi di quanto si sia allontanato con la mente dal caso e gli chiede,ammiccante e complice.
-E la tua Mulder?-la voce bassa,forse anche languida,tanto che Mulder sente che potrebbe quasi arrossire come un quindicenne al suo primo appuntamento.
E’ un completo idiota a sentirsi così…
-Bè…Io sono un Elvis-freak quindi, direi…-cerca di temporeggiare, ma è imbarazzato a confessare il suo debole musicale,-‘Heartbreak Hotel’…-ma non potrebbe mai cantargliela.
Sarebbe ridicolo.
You make me so lonely baby I get so lonely I get so lonely I could die. And although it's always crowded you still can find some room. Where broken hearted lovers do cry away their gloom.
L’atmosfera tra loro è tesa,pensare a quanto una canzone possa far cambiare umore…
Ma cosa vuoi che sia una canzone,considera lei rimproverandosi.
Mulder vorrebbe coprire lo spazio tra loro,rarefatto e inutile,ma si sente troppo coinvolto e sa che sbaglierebbe ogni azione.
Sospendere,rimandare,è stressante a volte stare con lei in una stanza di motel ad indagare e ad aspettare.
Ma lo è anche nel seminterrato,sul campo,dappertutto, chi vuol prendere in giro?
Il giorno seguente
Aula di Musicologia
10 a.m.
-E la tua Mulder?-la voce bassa,forse anche languida,tanto che Mulder sente che potrebbe quasi arrossire come un quindicenne al suo primo appuntamento.
E’ un completo idiota a sentirsi così…
-Bè…Io sono un Elvis-freak quindi, direi…-cerca di temporeggiare, ma è imbarazzato a confessare il suo debole musicale,-‘Heartbreak Hotel’…-ma non potrebbe mai cantargliela.
Sarebbe ridicolo.
You make me so lonely baby I get so lonely I get so lonely I could die. And although it's always crowded you still can find some room. Where broken hearted lovers do cry away their gloom.
L’atmosfera tra loro è tesa,pensare a quanto una canzone possa far cambiare umore…
Ma cosa vuoi che sia una canzone,considera lei rimproverandosi.
Mulder vorrebbe coprire lo spazio tra loro,rarefatto e inutile,ma si sente troppo coinvolto e sa che sbaglierebbe ogni azione.
Sospendere,rimandare,è stressante a volte stare con lei in una stanza di motel ad indagare e ad aspettare.
Ma lo è anche nel seminterrato,sul campo,dappertutto, chi vuol prendere in giro?
Il giorno seguente
Aula di Musicologia
10 a.m.
-E quindi lei è certo che Correy non sapesse suonare la chitarra?-Mulder si rivolge incolore al professor Henry Cartland,il docente che segue la banda del campus.
Sono a colloquio da ormai mezz’ora e Mulder fin dal principio ha avvertito una reticenza nel docente.
Una sorta di snobismo non palese,ma riscontrabile nei gesti,nell’abbigliamento,nei baffi tinti.
Lo ha ricevuto con aria di sufficienza e ora gli risponde con distanza calcolata.
Mulder ha deciso di interrogare il professore perché conosceva Ted come allievo.
Scully è rimasta in motel,continuando a cercare altro materiale nelle autopsie.
-Certo,quando non si ha orecchio,non si possiede neanche l’estro musicale.Ci si può impegnare,certamente,ma non basta.-Mr.Cartland ha uno strano modo di gesticolare mentre parla,è come se impiegasse costantemente i gesti delle dita e delle mani in un assoluto dirigere nell’aria.
I capelli ormai radi,tinti anche essi tendenti al rossiccio, non lo rendono affidabile,considera Mulder.
Ha più l’aspetto di un vecchio dandy…Trasandato e sudato.
-Cosa intende con ‘impegnarsi’ ,esattamente?Vuol dire che passava ore ad esercitarsi?-
-Se per lei esercitarsi significa passare ore ed ore con il miglior pianista che abbiamo all’università…Si trovavano sempre insieme, eppure soltanto Grew suonava…Ted mai.-
-Intende Dorrey Grew?-
-Si certo,uno studente dotatissimo,che vorrei per sempre qui.Ma presto andrà via,il suo corso di studi è alla fine e io dovrò trovare qualcuno che lo sostituisca…per le nostre esibizioni nei festival studenteschi.Sarà un vero peccato.Diventa sempre più difficile rinunciare agli studenti dotati…-
Mulder ha come un brivido alla parola dotati.
-Ora non ho più tempo.La congedo.-e lo saluta come l’allievo più insignificante.
Mentre si allontana dall’aula, Mulder viene quasi travolto dal flusso di studenti di Mr.Cartland,si chiede se loro un minimo possano stimarlo.
A lui ha dato l’impressione di essere un vanitoso senza rispetto.Ma un agente federale come lui, viene pagato per stilare profili sui sospetti ,non su chi gli è antipatico istintivamente e che vorrebbe prendere a pugni sul muso.
Poco dopo
Al campus
Mulder è nella stanza che fu di Andrew da circa mezz’ora.
Rigira tra le dita il diario del ragazzo,stà aspettando il suo ex compagno di stanza.
Quello che Scully ha decisamente trovato bello.
E che lui invece ha visto come un affettato damerino di altri tempi.
Che cosa avrà trovato lei in un tizio ,visto a metà oltre una porta?
Con i suoi anelli d’argento,i suoi eccessivi, per uno studente,vestiti su misura.
Dovrebbe essere già lì,dopo la lezione di letteratura contemporanea.
Almeno così gli ha detto il geek alla reception.
Curiosando ,l’agente trova tra gli scaffali nella stanza un vecchio vinile a 78 giri,quasi prossimo allo sfacelo,con il label macchiato e semi strappato, con un'unica traccia,di Robert Johnson:‘Me and the Devil Blues’.
La plastica è rigata ,in alcuni punti del profilo esterno mancano pezzi,ma Mulder scommette che con un giradischi dell’epoca dovrebbe ancora essere ascoltabile.
Incisione da collezionisti.
Un ragazzo di vent’anni collezionista di vecchi dischi blues,anch’esso una rarità comunque.
-Posso aiutarla?-lo raggiunge una voce apparentemente seccata.
E dopo un istante Grew gli strappa letteralmente dalle mani il vinile,riponendolo nel cartone a busta che lo protegge.
Grew non si può dire nervoso,per Mulder, è quasi tronfio,sicuro di sé,tanto da sistemarsi dinanzi a lui senza nessun gesto di chiusura. All’estremo esatto di chi in genere riceve una visita da un agente FBI.
-Si,avrei bisogno di porti qualche domanda su Andrew.-Mulder rimane in piedi,accanto allo scaffale, dove ha scovato il vinile.
Intorno a lui vecchi spartiti musicali,libri consumati,il posto di Andrew non è stato rimpiazzato.
Un solo letto ,una sola scrivania.
Vecchi poster di stampe in stile liberty alle pareti.
Un divano di velluto verde contro la parete di destra,accanto alla porta di ingresso,dove Mulder decide di sedersi,non invitato a farlo.
-Ancora?Se ieri avete raccattato le sue cose dal magazzino,io come posso aiutarvi,se mai volessi farlo?-il tono di voce di Grew è affettato,con una dizione perfetta.
Dorrey si accende una sigaretta e lo fissa,sbattendo quasi l’accendino d’oro con le sue iniziali sulla mensola accanto la porta che ha lasciato aperta,indugiando in piedi.
Le sue mani sono lunghe,dalle dita affilate,trattengono il disco leggere.
Tra loro si fissano come se uno dovesse attaccare e uno difendersi ,ma Mulder ha la sensazione di esser lui la preda.
Si scuote e poi gli chiede.
-Ti sei mai domandato come mai Aleen sia morto?-
-Non più di quanto lei si sia mai domandato se esistono gli extraterrestri.-e si volta,cercando di infilare il vinile ingombrante in mezzo ai suoi appunti,ordinati sulla scrivania, accanto la finestra grande, Mulder sbuffa una risata, ma non la innesca oltre.
-La vita ad un certo punto,finisce.E non si può sempre scegliere quando.La giovinezza è un dono e guai a sprecarla,aveva ragione Jim Morrison, quando affermò di voler lasciare un bel cadavere.-riprende, sorridendo,quando si volta verso l’agente.
-Non è esattamente un bel cadavere quello di Ted Correy però…- lo incalza,certo di potergli togliere quella albagia inutile,considerato il momento.
Gli sbuffi che evaporano dalla sigaretta di Grew rendono agli occhi di Mulder il volto del ragazzo ostile e molto più avanti negli anni.
Affilato e teso.
- E’ venuto qui per parlare di Aleen o davvero intende sapere qualcosa su Ted?-l’espressione di Dorrey appare inquisitoria.
E continua.
-Mi ero affezionato a lui, avrei voluto insegnargli molte cose…Ma era così..restio.-
-Cosa avresti voluto insegnargli? Voleva imparare a suonare la chitarra ,ma nessuno l’ha mai visto né esercitarsi ,né suonare.-gli domanda Mulder più colpito dalla malizia nascosta nei gesti che non dalle parole dello studente,che si aggira nella sua camera come un sagace oratore.
-Avevamo un progetto musicale in atto ,ed era molto intelligente…
Peccato …-in quel silenzio Mulder percepisce che ci sia altro,una sorta di confusione morale, un etica nebbiosa con basi malferme.
Mulder controlla il proprio sguardo e lo fa arrivare alla raffinatezza ,quasi di un altro secolo,della stanza.
Ha uno stile old south,in netto contrasto con altre stanze da studenti.
Torna con la mente a quella di Brian o alla propria , tanti anni prima.
Colme di curiosità ed appagamenti colpevoli,di libri e di futuri riciclabili.
Qui tende pesanti verde scuro,una tetra e pesante scrivania di un altro secolo,spartiti dappertutto,chincaglierie appartenute al nonno di Grew,ragionevolmente,sparsi ovunque.
Ecco perché Grew non ha trovato altri compagni di stanza,sarebbero soffocati tra i vecchi oggetti e la superbia di costui.
-Peccato cosa?-gli domanda di nuovo,distogliendosi dalle proprie impressioni.
-Peccato si sia ammalato.-e sembra quasi che Grew abbia letto una sentenza.
- Il professor Cartland vi ha definiti ‘inseparabili’.-Mulder sceglie l’attacco diretto.
Grew sorride appena.
-Può esser vista così la nostra amicizia,si…Ma il vecchio Cartland è sempre stato geloso…Di me.-Grew fa una lunga pausa,il suo volto si tinge di indifferenza,e riprende,-Del mio talento musicale.Egli crede che lo stia sprecando, non diventando un professionista.Ma a me non interessa esibirmi.Preferisco godermi la vita lontano dai vizi comuni.La vanità altrui mi irrita.-schiocca le frasi uan ad una,in tono elegantemente schifato.
-Non ti sembra strano che due tuoi amici siano morti nel giro di un anno,così giovani e per malattie così rare?-
-Non studio medicina,ma se debbo darle la mia opinione ,posso solo affermare che no,non mi sono stupito.-
-Puoi almeno ritenerti dispiaciuto per loro?-
-Oh si ,terribilmente!- Grew emette questa frase come se fosse felice.
Mulder non può evitare di fissare quel disco,che occhieggia tra un quaderno e un libro di critica letteraria,gli è sembrato che sul label,fosse stato cancellato qualcosa,e poi riscritto, a mano,è una macchia confusa.
La copertina sporca non aiuta.
L’aria in quella stanza è stantia,vecchia,Mulder percepisce un odore di muffa sottile,lo stesso ragazzo per un momento gli appare vecchio.
Nota anche un vecchio grammofono nell’angolo a destra del letto.
-Cosa stà fissando?-gli chiede Grew,infastidito,voltandosi dietro di sè.
-Se potessi avere quel vinile...Sono un fan del blues anni 30.-replica l’agente, sorridendo forzatamente.
Mulder segna mentalmente che Grew impallidisce,ma che comunque cerca di fingersi in carica,con voce tremula.
-Se vuole glielo masterizzo…-cerca di respingere la richiesta,è mal disposto,e si appoggia la mano con ancora la sigaretta tra le dita contro la fronte,che gli si è imperlata di sudore.
-Ma no,figurati,io mi so accontentare…-Mulder si alza dal divano e si dirige verso la scrivania.
-Accontentarsi è il rifugio dei mediocri.-
Mulder è lento ,arriva al suo obiettivo,solleva il disco e lo scruta,sfilandolo dalla pila di carte,il proprietario rimane fermo,spegnendo la sigaretta in un posacenere di cristallo.
-Non dirò nulla dello spinello che hai appena fumato…Te lo riporto dopo che l’avrò ascoltato.-Mulder è fuori dalla stanza,Grew non respira nemmeno, mentre segue la sua ritirata.
Una volta fuori dall’edificio ,Mulder risponde al cellulare che squilla ormai da un po’.
-Ti va di raggiungermi in Segreteria Scully?Ho un idea.-ha la voce di un tono più allegra,se ne rende conto ma cerca lo stesso di non camuffarla come si è abituato a fare ,da quando lavora al Bureau.
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